Spettacolo Natalizio inclusivo “Il Natale viene da lontano”
Quando ci apprestiamo a celebrare il natale, al di là dello scambio di doni (in questa società anche troppi) e che possono generare anche stress c’è una cosa che cerchiamo di recuperare, ovvero la relazione con la famiglia e in senso più generale con gli affetti.
Questa dimensione intima la ritroviamo nella storia Il natale viene da lontano, dove un ragazzo si domanda il motivo di tanta povertà nonostante i duri sforzi e le fatiche. Non si riesce ad arrivare a fine mese. Il ragazzo sfiancato si pone una domanda: perché tanta miseria? Nel sottotesto: cosa manca per essere veramente felici? E’ solo una questione legata al possesso di una quantità maggiore di beni materiali, di denaro? O c’è dell’altro?
E così si mette in viaggio, per porre la domanda direttamente allo Spirito della Montagna che ha una risposta ad ogni quesito umano. Ma questo Spirito non è vicino, si trova lontano, per raggiungerlo il ragazzo può contare solo sui suoi piedi (che male che gli faranno ad un certo punto!) e sulla sua forza di volontà. Lo deve alla sua famiglia (invero solo la mamma giacche il papà non c’è e nemmeno ha fratelli e sorelle). E Quindi parte e…fatica, fatica tanto anche perché non mangia per sette giorni sette notti, e nel momento più difficile e in cui la disperazione sembra prendere possesso in quel momento più buio fa degli incontri, ne farà tre durante il suo viaggio. Ogni incontro significa una possibilità di apertura,di condivisione della fatica. E anche dei problemi. Infatti ognuno di questi tre personaggi,saputo che il ragazzo si sta recando dallo spirito della Montagna, rivolge al protagonista un quesito, rispetto ad un problema che lo affligge. Il ragazzo ben disposto risponde che sarà ben felice di rivolgere tali domande alla Divinità.
Arrivato davanti allo spirito (si tralasciano tutte le peripezie per raggiungerlo e la difficoltà di arrivare sulla montagna) vuole far quattro domande, ma l’Arcana entità lo ferma: potrà rivolgerne solo tre e quindi dovrà rinunciare ad una domanda.
Il tema della generosità
Il tema della rinuncia è importante: quante rinunce ha già dovuto sopportare il ragazzo e quanta fatica ha dovuto fare per raggiungere la montagna? Non potrà certo rinunciare alla sua domanda. Cosa faremmo noi al suo posto? Eppure…qualcosa in lui, una voce interiore gli dice che la domanda che deve rinunciare è proprio la sua. E lo Spirito della Montagna gli risponderà. E le risposte giungeranno nel suo cuore. Il ragazzo si accorge che è pieno di vita, di energia, di entusiasmo: non vede l’ora di portare le risposte ai suoi amici che tanto l’avevano aiutato a compiere il viaggio. E loro ringraziano di cuore, offrono in cambio un dono in risposta alla generosità del ragazzo.
Perché dunque raccontare questa fiaba a Natale? Perché il Natale è un’occasione che abbiamo per rinascere, far scattare in noi una scintilla che sia volta alle cose che contano davvero, poiché le ricchezze, i successi son effimeri, ma i rapporti veri, gli affetti, la generosità che non pensa al proprio tornaconto ci rendono la vita migliore, perché alla base la cosa più importante è Essere Umani. Non solo a Natale ma tutti i giorni.


